E lei:
- Credi, Bastiano, non ci sono misteri: te 1'ho detto, e lo ripeto: è la mano di Dio, che ci assiste!
Ma il caparbio, invece di calmarsi, si sentia vieppiù urtato: la gelosia lo accecava, le furie non gli davan requie. Alla fine le gridò con tanto di voce:
- O parli e dì tutto, o ti faccio parlare io!
Lo accontentò. L'una e l'altro eran vicini al sacco pieno colmo di farina. Mal suo grado, come avesse due dita nella strozza, la poverina prese a narrare la sua avventura, la narrò minutamente, in tutti i particolari. Diceva, diceva, diceva; quand'ebbe finito, diede un'occhiata al sacco e, come colpita da acuto dolore:
- Gesummaria! - sclamò - ch'è stato? Non c'è più farina!
Proprio così. Tutta quella grazia di Dio, da che ella aveva preso a parlare, era venuta a mano a mano scemando, tanto che alle ultime di lei parole non ne rimaneva una presa.
- Vedi? vedi, ch'hai fatto? poveri noi!
Il marito la guardava, trasognato e muto; e pur troppo dovette pentirsi della sua diffidenza e indiscrezione: ma era tardi. La buona Lucrezia non faceva che ripetergli:
«Chi è causa del suo mal, pianga sè stesso.»
La leggenda di Bosco Negro, sebbene grossolana, merita il suo posticino.
Un certo Ratto di Borghetto Santo Spirito aveva comprato alla fiera di S. Andrea in Loano una puledra, da lui pagata trenta marenghi sonanti. La bestia, docile e robusta, faceva al suo caso; un vero buon affare, una ventura propizia entrata per l'uscio di casa. Ma certe fortune duran poco; passate appena due settimane, eccoti la bestia a zoppicare forte, e così a disagio, che riuscì a stento a farla rientrar nella stalla.
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La leggenda del Burando
Streghe folletti e apparizioni in Liguria
di Baccio Emanuele Maineri
Tipogr. Franceschini Firenze 1900
pagine 256 |
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