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      Ecco nata 1'occasione della visita serale, per fare un po’ di corte alla fidanzata; e, di fatto, a sera inoltrata, con le più vaghe idee d'amore, gittata la giacchetta sulle spalle, tutto lieto se ne va dalla sua Marietta. Ma non appena infilata la scala, si vede dinanzi un ometto curiosissimo, una specie di nano, di forme lilipuziane, con due occhietti furbi furbi, il naso adunco, un cappellaccio in forma di nicchio a sghembo e una lunga coda sulle spalle. Quella figura antipatica ed importuna gli toglie il buon umore e quasi lo induce a tornare indietro; ma si fa animo, non vorrebbe apparir vile, e credendo sia qualche amico di casa, si pone a salire la scala, e tien dietro all'omicino misterioso. Sul pianerottolo, quando men se l'aspetta, 1'omuncolo strano gli contende il passo con occhi così sparvierati e felini, che gli dà il prurito di menar le mani. Di fatti, indispettito, perde la pazienza, si toglie la giacca e gliela scaraventa contro, gridando:
      - Brutto becco che sei, credi forse ch'io tema le tue spavalderie? L'altro fa un passo indietro, e con un giro a mò di trottola, appuntando il pollice sinistro sul naso, gli squadra un bel par di fiche, manda un fischio laceratore, e come lampo scompare...
      La casa è sossopra, il fatto si divulga, ne ridono a crepapelle.
      - È il folletto della buona ventura! - esclama il futuro suocero.
      - Pur troppo! - aggiunge imbroncita la moglie - fra nove mesi Marietta partorirà due maschi...
     
      La seguente mi fu ancora mandata da Papirio, che la scrisse in una calligrafia femminile, tutta linda e chiara.


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La leggenda del Burando
Streghe folletti e apparizioni in Liguria
di Baccio Emanuele Maineri
Tipogr. Franceschini Firenze
1900 pagine 256

   





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