Unze, unze u bastonetto,
Che in ti n'ura vaggo e vegno.(21)
E in un'ora, in fatti, c'era tempo a divertirsi a modino.
Le streghe manifestano in più modi il loro potere e malignità; e il caso di Maria del M***, che abitava nella vecchia strada del Torracco, è di data contemporanea. Era prossimo il mezzodì, quando Maria disse alla vicina di casa:
- Porto il desinare a mio marito; in due minuti vado e torno. La piccina dorme: fa’ un po’ attenzione se la senti piangere, neh?
- Non temere; fa’ conto d'esserci tu.
L'altra prese il canestro, se lo mise in testa, e partì. Non trascorse nemmeno un'oretta, ch'era tornata.
- Ebbene, l'hai sentita piangere?
- Sono stata quasi sempre sull'uscio, e non ho sentito niente.
Maria entra in casa, depone il canestro vuoto, e va difilato nella camera presso la culla.
- Teresuccia!...
Nella culla non c'è alcuno, il letto è accomodato, e la povera madre come fulminata grida:
- La mia bambina? La mia bambina?
La comare era salita anche lei.
- O ch'è stato? Che hai tu dunque?
- Dov'è Teresuccia? Dov'è Teresuccia? - chiede l'altra fuori di sè che facea paura.
Quasi folli ambedue, guardano sotto il letto, negli angoli, e frugan per tutto chiamando, piangendo a un tratto ecco un frignare dal tetto.
- La mia piccina! La mia piccina!
- È proprio lei, la sua voce.
Come lampo, la madre sale la scaletta del terrazzino e s'affaccia sul tetto:
- Teresuccia mia! Teresuccia mia!
- È proprio lei, la piccina!...
Maria aveva già afferrato la sua creatura, che colmava e ricolmava di baci; e la bimba tutta sorridente, serena, come se destasi allora dal sonno:
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La leggenda del Burando
Streghe folletti e apparizioni in Liguria
di Baccio Emanuele Maineri
Tipogr. Franceschini Firenze 1900
pagine 256 |
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Maria Torracco Maria Teresuccia Teresuccia
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