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      Allestite le sue cose, decise di partire per tempo per essere puntuale all'arrivo.
      Berta era una zitella di mezza età, di condotta irreprensibile e amata da tutti; la quale a guisa di Perpetua non aveva mai voluto prendere marito per non correre un brutto giuoco: si sa, il matrimonio è sempre a tutto rischio e pericolo della donna.
      Quella sera, andò presto a letto; ma, nella preoccupazione della partenza, svegliatasi di buon'ora, corse tosto alla finestra per vedere che tempo faceva.
      Una luce bianchissima inondava il borgo e la valle.
      - Povera me! povera me! - sclamò - è giorno alto.
      Si veste in fretta, si pone la cesta in capo, scende la scala, chiude la porta, e lesta per la sua strada.
      Con sua gran meraviglia non incontrando anima viva, affretta il passo; presso la borgatella di Dari, prende la salita degli uliveti e comincia a dire il rosario: ma non sapeva darsi ragione di quella luce così bianca e di quel silenzio così alto. Arrivata in cima dei Roccai inferiori, si ferma come di colta: l'orologio della parrocchia aveva suonato due tocchi.
      - Oh - sospirò impallidendo - appena le due del mattino! Capisco, mi sono sbagliata; povera me, ho scambiato la luna col sole....
      Fattasi animo, riprende il salire, e continua a recitare la terza parte di rosario, per darsi coraggio, e guadagnar tempo.
      Intanto, le nubi che stavano addossate al Giovo si erano distese pel cielo, sì che quando Berta giunse in vicinanza dei prati, la luna era scomparsa e una fitta oscurità avvolgeva ogni cosa. La buona donna provò la paura dell'ora e del luogo, e con tutto il cuore si raccomandava a S. Pietro e alla Vergine Santissima.


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La leggenda del Burando
Streghe folletti e apparizioni in Liguria
di Baccio Emanuele Maineri
Tipogr. Franceschini Firenze
1900 pagine 256

   





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