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Quale fine, povera figliuola!
Fu trovata morta, lacero il bel viso, le mani insanguinate. «La misera aveva senza dubbio tentato d'aggrapparsi ai macigni e agli alberi, ma oppressa dal turbine, tratta dal torrente e sospinta dal vento, era evidentemente stata scagliata giù nella valle, e rovinando avea percosso il capo sul sasso, ove giacque!... Si trovarono poi su per il pendìo e penzoloni dai rami i brani della sua veste color noce, e in agosto, giù in fondo al colle di Sogno, fu scoperta tutta infranta la collanuccia di Sandro.»
E di questo che avvenne?
Uditelo dalla lettera seguente diretta all'autore del Racconto alpestre.
Toirano, Liguria di ponente, 25 agosto 1878.
Diletto amico,
Te ne vo’ contare una strana e insieme pietosa.
È ormai un mese, sul far della sera, scendea giù dalla valle, per la strada di Bardineto, una povera donna, che stava da giorni a segar l'erba su per le alture del Giovo e, propriamente, dalla parte del Buranco, la terribile voragine che sai, dove cadde - e onde miracolosamente fu tratta - Rosalba, soprannominata poi Testabianca, per fuggire l'oltraggio del pastore Gemisto.
La povera donna che, a dirla fra noi, ha tutte le apparenze d'una vecchia strega, fatte più orride dalla triste realtà d'un cervello spigionato e dalla vita strana e randagia che conduce, non appena giunse in capo al paese, si diede a strillare e a fare uno schiamazzo di casa del diavolo; anzi si vuole che, scendendo precipitosamente dalla valle, mandasse voci e grida, con gesti di forsennata e imprecazioni orribili.
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La leggenda del Burando
Streghe folletti e apparizioni in Liguria
di Baccio Emanuele Maineri
Tipogr. Franceschini Firenze 1900
pagine 256 |
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