In paese le sentenze furono varie e discordi; in generale nessuno le prestò fede: soltanto qualcuno più benevolo si permise di dire: «Chi lo sa? Potrebbe anche aver detto il vero.» Due giovinotti, però, non seppero resistere al dubbio, e, presa la via, vollero salire sino al Buranco. Fatica sprecata; ne ritornarono com'erano andati; nessun segno, nessun indizio, nulla.
Da quel momento, son cessate le dicerìe e le quistioni sul fatto, sebbene la Michelaccia continui a mostrarsi più spiritata di prima, ripigliando la storia col primo che incontra e, la sera, facendosi a seccare i vicini senza misericordia e senza frutto.
- Ha perduto il senno! - esclamano i passanti, compassionandola, e tiran diritto.
Però, amico, or senti quest'altra.
Sul finire della settimana, essendomi recato in Albenga, entrai nella bottega del solito Figaro per la consueta passata di rasoio; e là tra una parola e l'altra - i barbieri sono i cronisti di tutti i pettegolezzi locali - gli domandai le novelle del giorno.
- Peuh! che vuole? nulla. Miserie a sacca!
- Per tutto il suono della stessa campana.
- Proprio così.... A proposito, ci fu una novità, è circa un mese, in questo spedale.
- Sentiamo un poco.
- Ecco. Vi fu ricoverato un povero soldato in congedo, proveniente da Sanremo, un tal Sandro di Porchera, paese, dicono, della Lombardia, in quel di Como; il quale s'era fermato nella nostra città per passare alcuni giorni con una vecchia zia, che lo aveva tanto desiderato.
Qui ricevette una lettera da Valcava, borgatella di Torre dei Busi, nel Bergamasco, la quale gli annunziava secco secco la morte violenta della sua promessa sposa, da lui tanto sospirata, e che giusto allora, rimpatriando, si recava a far sua.
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La leggenda del Burando
Streghe folletti e apparizioni in Liguria
di Baccio Emanuele Maineri
Tipogr. Franceschini Firenze 1900
pagine 256 |
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