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      ... «Voglio veder che v'è mai laggiù, se il luogo non ha proprio fine, e com'è formata la buca donde dicono venir su un calore infernale; di certo, qualcosa v'ha da essere.... Tentiamo!»
      Partì e giunse di primo giorno con alcune guide alla landa, provvisto, s'intende, di corde e di attrezzi convenienti alla discesa; e ivi, affidatosi a una corda, cominciò a lasciarsi andare. Scivolò per poco di sotto l'orlo del bàratro, chè per cagione del peso il canapo naturalmente prese a girare e a oscillare. Il povero sciô Baciccia, misurata con occhiata furtiva la profondità incerta,
     
      Sempre in quell'aria senza tempo tinta,
     
      s'ebbe l'effetto d'una doccia fredda; e subito gli mancò la voglia d'esplorare: peggio, poi, quando sentì stringersi da una mano di ferro - notate quel sentì -, che lo traeva giù....
     
      Diverse lingue, orribili favelle,
      Parole di dolore, accenti d'iraVoci alte e fioche, e suon di man con elle
      Facevano un tumulto....
     
      - Tirate, tirate! - gridava il Lanteri con quanta ne aveva in gola - Su! Su!...
      E, stretto alla corda come una tenaglia, venne tratto dalle guide, guarito perfettamente dal pungolo della curiosità, pallido e angosciato, come se uscisse da un sepolcro.
     
      Lamentis, gemituque et faemineo ululataABYSSA fremunt...,
     
      dovette pensare, guardando ancora tutto pauroso la bocca nereggiante. Di certo, però, si persuase ch'era meglio lottare con gl'inglesi in mare, che con gli spiriti dell'inferno nella gola del Buranco.
     
      Capitolo VI.
     
      Il paese delle básue (streghe) -
      La tregenda del venerdì allo Sca1incio -


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La leggenda del Burando
Streghe folletti e apparizioni in Liguria
di Baccio Emanuele Maineri
Tipogr. Franceschini Firenze
1900 pagine 256

   





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