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      Del resto, chi voglia tenersi lontano da certi influssi maligni ed evitar molte noie, ha pur facile modo di conoscer le bàsue.
      Entrando in chiesa in occasione di gran folla, non dimenticate mai di provvedervi di un po’ di sale da gettare, senza dar nell'occhio, nella pila dell'acqua benedetta, facendo poi divotamente il segno della croce; state tranquillo che, celebrata la funzione, le fattucchiere rimarranno attaccate alle panche come tanti chiodi. L'esempio sarebbe però molto più meraviglioso e solenne, qualora il temerario ardisse commettere il sacrilegio di spargere il sale sulla pietra sacra dell'altare: ma queste sono empietà da far rizzare i capelli in capo ai veri timorati di Dio.
      Si dànno dei casi strani e insieme piacevoli.
      Una volta il parroco di S. Lorenzo, dopo la messa grande, stando per andare a pranzo, scôrse su di una panca sotto il pulpito alcune femminucce, immobili come statue. Fè lor cenno d'uscire, ma invano. S'accostò:
      - O che siete sorde? - grida - È ora d'uscire.
      Ed esse:
      - La ci faccia il piacere, caro don Agostino, di levare il sale di su la pietra sacra.
      Non se lo fece ridire, e tolti subito i pochi granelli, ruppe la malìa e quelle sciagurate se la diedero a gambe. La cosa è chiara: in quella guisa che il sale nel battesimo combatte l'azione demoniaca come antidoto contro le potenze infernali, ugualmente in tali casi serve per vincere e distruggere le malie, che hanno talvolta tanta forza e potere da obbligare il sacerdote - quando si volta a dire l'Orate, frates!


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La leggenda del Burando
Streghe folletti e apparizioni in Liguria
di Baccio Emanuele Maineri
Tipogr. Franceschini Firenze
1900 pagine 256

   





Dio S. Lorenzo Agostino Orate