- d'obbligarlo, ripeto, a tener gli occhi bassi, se non vuole che le streghe, presenti alla messa, gli facciano concordi un bel par di fiche.
In occasione, poi, di battesimo o di cresima è sempre savia cautela dei padrini e delle madrine recitare con la massima esattezza il Pater e il Credo; guai a sbagliare! Ne andrebbe dell'avvenire del bambino e della bambina....
Ancora una storia sul Buranco, che tolgo dal repertorio o memoriale di Papirio.
È una notte di febbraio del 1777, fredda, oscurissima; in cielo non un sorriso di stella, e solo di tratto in tratto buffi impetuosi di vento fortissimo da schiantare gli alberi. Il vecchio Isolone, masticando la sua cicca, aveva vegliato al focolare sino a ora tarda, lasciando che la moglie squarquoja dormisse come un ghiro. Tant'è: non aveva potuto scacciare un momento i brutti pensieri suscitatigli dalla notizia del giorno prima. A Toirano s'era ucciso Antonio S***, detto il Candelore, un pezzo d'uomo che ne valeva quattro, buttandosi addirittura nel fiume in grossa piena, per causa del tradimento della moglie. Il suo cadavere, intricatosi nella ceppaia sbarbicata d'un vecchio ontano, laggiù presso il Canaparo, tratto all'asciutto, fu poi abbandonato come un cane. I preti non ne vollero sapere di seppellirlo in sacrato; carne da friggere, quella: il diavolo ci avrebbe pensato lui, a suo modo.
Isolone, smanioso nell'animo, si alza d'un tratto e, sputando la cicca, mogio mogio sale sul terrazzo. - « Ih, che freddo! - sclamò a quell'aria diaccia, e figgendo gli occhi nella densa oscurità. - Ah! capisco ora il mio insolito turbamento: è la notte del venerdì! Sono a sollazzo e in giro básue e basuotti.
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La leggenda del Burando
Streghe folletti e apparizioni in Liguria
di Baccio Emanuele Maineri
Tipogr. Franceschini Firenze 1900
pagine 256 |
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