Nč gli antri cupi o le caverne scure offrono sempre ricovero al nostro selvaggio, del quale rimangono ignote le origini. In proposito, nessuna memoria storica od archeologica ci aiuta. Fu dessa, questa nostra specie, indigena o immigrata nel continente europeo, sul quale vagasse randagia in piccole e miserevoli tribů? In quegli ardui recessi, tra’ fianchi dei monti, riparavano dalle furie de’ forti venti, da’ geli acuti, dalle lunghe procelle; e ivi allestivano sanguinosi pasti. Ecco: dal fuoco, che si estingue, sale ancora un grasso odore di carni; satolli e seminudi, i bambini si riscaldan le mani; ma di lontano or brontola il tuono, e tosto una figura scarmigliata di femmina si volge atterrita al compagno, che si avanza sulla bocca dell'antro a speculare il tempo, volgendo in alto il guardo supplice. Intanto, dense nubi copron la valle, i tuoni rumoreggiano e spessi lampi illuminano l'oscuritŕ crescente. A un tratto, il guizzo fulgentissimo della saetta rischiara il volto sparuto dell'uomo primitivo, i bambini s'attaccano impauriti alle gambe materne, il padre solleva le braccia verso il cielo....
Il Dio della natura si manifesta minaccioso....
Primus in orbe Deos fecit timor....(42) (i).
Le caverne, abitazioni primitive dell'uomo, divennero dovunque i primi sepolcri.
Fin dalle origini, l'essere pensante, suscettibile di amore, rimpianse coloro che avevano partecipato alle sue pene e a’ suoi piaceri; il pianto e il rispetto dinanzi alla spoglia della persona amata espressero la sua protesta contro la propria distruzione, accendendo la speranza del ritorno alla vita.
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La leggenda del Burando
Streghe folletti e apparizioni in Liguria
di Baccio Emanuele Maineri
Tipogr. Franceschini Firenze 1900
pagine 256 |
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Dio Deos
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