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      Non pare, invero, che quei poveri nostri protoparenti avessero relazioni con altri popoli per lo scambio de’ loro prodotti primitivi....
     
      La tana della Strega, o della Bāzura - nella parlata del volgo -, si apre a 180 metri circa di altitudine sulla destra d'un sentiero che, diramandosi dalla via fra Toirano e Bardineto, mena al territorio o regione del Vero; scavata nel calcare triassico, riceve scarsa luce da due piccole aperture rivolte a tramontana. Don Morelli fu pure il primo a esplorarla e a descriverla. Le ossa umane ivi raccolte appartennero indubbiamente, secondo lui, a non meno di nove individui, sei adulti e tre ancora giovani, e tutte vennero trovate con molte altre sparse disordinatamente cosė alla superficie del materiale riempiente, come nel suo interno. Gli avanzi degli animali si riconobbero appartenere alla pecora, alla capra, al majale, al tasso, e taluna persino all'allocco.
      I cocci spettano in parte al tipo dei vasi neolitici, a pasta grossolana, lavorata a mano e malcotta; e, in parte, erano frammenti di fittili fabbricati con argilla ben depurata, torniti e cotti al forno, resti di anfore simili a quelle in cui i romani conservavano vini e cibarie. Vuolsi che il triste speco servisse di sepolcreto, e che i carnivori, probabilmente i cani, venissero quivi a cibarsi dei cadaveri.
      I vasi preistorici e le ossa dei mammiferi farebbero fede del pasto funebre mantenuto, secondo l'uso degli antichi cavernicoli, dalla schiatta o tribų, che aveva adottato il sistema d'inumazione entro anfore romane(55) (i).


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La leggenda del Burando
Streghe folletti e apparizioni in Liguria
di Baccio Emanuele Maineri
Tipogr. Franceschini Firenze
1900 pagine 256

   





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