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      Qualche annoso castagno sorge a consolare di amica ombra quei tappeti verdi, dove il proprietario costruisce talvolta un umile stalla con fienile, secondo la importanza della prateria, quando non si contenti d'un angusto casotto a secco, rifugio primitivo, capace di ricettare due o tre persone in caso di pioggia o di temporale.
      Quella breve «stagione dei prati»(59), che costringe il nostro contadino a un lavoro raddoppiato, così per la segatura del fieno come pel trasporto, risveglia pure fra lo squallore di queste plaghe selvaggie canti e sospiri d'amore; e qualche furtivo e capriccioso episodio di gioventù viene a svolgersi non di rado al mormorio sonoro di queste limpide acque e al misterioso brillare delle stelle del cielo...
      I ricordi di quelle scene alpestri mi richiamavano per analogia di sentimento le idilliche festose melodie di questo noto coro:
     
      Bel conforto al mietitore,
      Quando il sol più ferve e bolle,
      Sotto un faggio, appiè d'un colle,
      Riposarsi a respirar!
     
      Del meriggio al vivo ardoreTempran l'ombre e il rio corrente;
      Ma d'amor la vampa ardenteOmbra o rio non può temprar.
     
      Fortunato il mietitore,
      Che da lui si può guardar!(60)
     
      Il rivolo che abbiamo lasciato laggiù - lo ricordate? - è detto dell'Acqua randa, il quale serpeggiando fra nuda roccia versa un'onda meschina nel sottoposto Toratella; qui - seguitava il compagno -, come vedete, siamo a ponte di Lupo.
      - Ponte di Lupo?
      - Per l'appunto.
      - In quel momento, in capo a tutti, io passava trionfalmente col ciuco sul ponticello.


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La leggenda del Burando
Streghe folletti e apparizioni in Liguria
di Baccio Emanuele Maineri
Tipogr. Franceschini Firenze
1900 pagine 256

   





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