Ivi giunto, vendeva la derrata permutandola con oro di zecca; ma spesso la scambiava con prodotti in natura: riso, castagne, grano e altri cereali.
Con quel piccolo traffico si fece più d'un patrimonio ed anche più tardi andò prosperando mercè l'apertura della strada provinciale d'Albenga al Piemonte. Al tempo delle ferriere sorgenti in val della Bormida, un movimento benefico si manifestò fra noi pe’ trasporti della così detta vena - minerale di ferro - e per quello del grosso legname dei boschi, nonchè delle tavole dette comunemente falchettine, che uscivano dalle seghe aperte lunghesso le rive del Bormida.
La vita dei mulattieri toiranini meriterebbe un intiero capitolo nella storia del movimento economico locale di quei giorni: gente laboriosa ed onesta, che consumò l'esistenza, partendo ogni notte dal borgo alle undici, alle dodici o all'una mattutina con muli carichi di vena, alla volta delle ferriere, per iscenderne nel pomeriggio con carichi di tavole - falchettine -, vanghe di ferro, o legna da ardere, castagne e fogliame secco, ristorando poi la sera le esauste forze, in seno della propria famiglia, con una modesta cena, consistente in una minestra, con poco pane, o legumi. Si ricordano ancora oggidì, a titolo d'ammirazione e di affetto, un Paolo Merlino, un Giovanni Battista Lavarello e Giovan Battista Cavo e Giannandrea Maineri, uomini davvero esemplari e di antico stampo, pei quali il mondo si compendiava in questi tre soli affetti: Dio, famiglia e lavoro. Non sapevano, è vero, nè leggere, nè scrivere, non si davano pensiero di brighe elettorali, e non aveano mai udito discorsi e promesse di candidati alla deputazione politica o provinciale con abilità sfrontata di giuocolieri o mezzani di faccenderie; ma dicerto erano uomini più onesti e morali di quelli d'adesso, più contenti del proprio stato, più credenti e fiduciosi del loro avvenire.
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La leggenda del Burando
Streghe folletti e apparizioni in Liguria
di Baccio Emanuele Maineri
Tipogr. Franceschini Firenze 1900
pagine 256 |
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