Tal cavità desta un'impressione squallida e solenne.
Nulla, del resto, di notevole in questo luogo muto di luce; il quale è ricoperto di fogliame secco, infracidito, caduto dall'alto, con qualche tronco d'albero ruzzolato per vecchiaia, - il tutto frammisto a sassi d'ogni dimensione e forma, che la curiosità dei visitatori si compiacque precipitarvi da secoli, costantemente allettata da un suono più o meno prolungato, prodotto dall'urto e dal rimbalzo di quelli.
Questo naturale e semplice mezzo d'esplorazione, esercitato per tanto tempo, formò a poco a poco sul fondo della voragine un piano artificiale e inclinato, alto forse dieci metri nel suo maggior punto, dove i sassi, cadendo, si arrestavan di botto, o giù ruzzolando, o rimbalzando giungevano al margine o principio della grotta, il cui terreno parrebbe segnare il fondo vero e naturale del Buranco.
VI.
Sui prati della Zotta e le rogazioni agli Alzabecchi -
Difetti e virtù dell'asino - Le prime età del mondo -
Liguri fieri e pertinaci - Trionfo dell'umanità -
L'addio finale - Arrivo al borgo.
LASCIATO il Buranco verso le due pomeridiane, scendemmo paghi e contenti ai prati della Zotta, dove l'aura quieta e la dolce stagione c'invitarono a una breve fermata; sdraiati sull'erba, ci trattenemmo invece a lungo. E c'invogliò alla sosta il sole stesso, che parea trastullarsi fra le nubi facendo, come i fanciulli, a rimpiattino: ricominciarono i frizzi, i motti e le solite chiacchiere, intanto che qualche bottiglia sottratta dal dispensiere all'avidità del mattino, faceva il giro rinfrescando con lievi sorsi le gole dei più e instancabili ciarloni.
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La leggenda del Burando
Streghe folletti e apparizioni in Liguria
di Baccio Emanuele Maineri
Tipogr. Franceschini Firenze 1900
pagine 256 |
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