Un capo ameno, appassionatissimo della caccia, a cui i picchi e i burroni dell'Alpe son noti come i ripostigli di casa propria, rizzatosi allegro, accennava con la destra alla punta degli Alzabecchi, e con aria di trionfatore disse:
- Sapete? Io mi sono trovato là più volte col fido mio cane, anzi un anno vi ero proprio alla seconda festa della Pentecoste, e ho assistito alla processione dei carpesi alle Croci.
- Avrai aiutato il rettore a cantar le rogazioni?
- O a dir le litanie de’ Santi.
- S'intende; e mi son fatto onore come ai tempi della scuola.
- Saprai dunque la cerimonia?
- Come un chierico novellino; sentite:
Quel mattino, in Carpe, se il tempo è bello, celebrata la messa in parrocchia e cantato l’uffizio nell'oratorio, si ordina la processione. Innanzi a tutti le figlie di Maria, dietro loro le donne; poi i confratelli con le cappe bianche e, ultimo, il sacerdote: chiudono il corteo uomini e donne alla rinfusa.
Usciti di chiesa, si prende salmodiando la via dei monti, tutti diretti alla punta degli Alzabecchi, sul poggio detto del Castello; ivi giunti sostano alquanto avanti alla croce; poi, il sacerdote impartisce la benedizione alle compagne e si recitano non so quali preghiere. La processione si rimette in cammino con lo stesso ordine di prima e, piegando fra ponente e mezzodì, fa sosta a un'altra croce, a qualche chilometro dal paese, nel luogo detto appunto della Croce. Quivi, il sacerdote ripete la benedizione, si recitano le stesse preghiere, e poi nello stess'ordine, e fra il giulivo e divoto cantar d'inni e di salmi, fan ritorno alla chiesa.
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La leggenda del Burando
Streghe folletti e apparizioni in Liguria
di Baccio Emanuele Maineri
Tipogr. Franceschini Firenze 1900
pagine 256 |
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