Invece, la leggenda toiranese, fondata esclusivamente sulla fantasia e sull'ignoranza del popolo, ricorda essere stato il tiranno, che glieli fece cavare, ponendoli poi in un catinello o patera; se non che, all'indomani essa li avrebbe riacquistati più belli di prima. Per la qual cosa i fedeli ricorrono alla Santa a fine di ottener conservata la vista, o per avere guarigione d'ogni infermità d'occhi.
Fatto è che gli artisti sogliono effigiar questa Santa sotto le forme di una bella e modestissima giovinetta, adorna della palma e dell'aureola, e quasi sempre le pongono anche in mano una breve patera con entro delineati due occhi - come si vede nel santuario di Toirano - per indicare averseli ella strappati conforme alla leggenda isolana; i quali poi le sarebbero stati riflessi nelle occhiaie dall'Arcangelo Raffaello, disceso dal cielo. Del quale fatto non si fa alcun cenno negli Atti del martirio, «né motto in alcun antico scrittore.» Verisimilmente, l'allusione riguarda il nome della Vergine Lucia, cioè la significazione originale od etimologica, come Lucius, Lucilius, Lucifer, Lucilla, tutti nomi simili, che dànno l'idea di luce, di portarla, d'irradiarla: luce, cioè, degli occhi, luci.
La storia, invece, narra che, non avendo essa voluto andar moglie a un giovane pagano, vendette i vasti suoi poderi e le gioie, distribuendone il ricavato ai poveri, secondo la primitiva legge o pratica evangelica, per indi consacrarsi tutta al Signore. Esasperato dal rifiuto, l'amante si recò a denunziarla a Pascanio, uomo feroce e nemico acerrimo dei cristiani, il quale non avendo potuto indurla a sacrificare agli Dei, prima la fece tradurre al pubblico lupanare, dove per opera celeste evitò d'essere violata, poi la dannava ad essere arsa viva.
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La leggenda del Burando
Streghe folletti e apparizioni in Liguria
di Baccio Emanuele Maineri
Tipogr. Franceschini Firenze 1900
pagine 256 |
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