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(62) Dalla foma, quasi bariletto; contiene un litro o più di vino.
(63) L'ambarvale sacrum era una specie di cerimonia religiosa, che si faceva di primavera nelle campagne, conducendo una troja gravida, simbolo di fecondità, ad invocare la protezione degli dèi e delle divinità rustiche per l'abbondanza dei raccolti.
Erano incaricati di celebrarla i Fratelli Arvali, che componevano un collegio di dodici sacerdoti.
La chiesa cattolica fece suo il rito pagano, trasformandolo, e ne perpetuò la cerimonia con la processione delle rogazioni.
Nota Federico Lübker nel suo Lessico ragionato dell'antichità classica:
«Ambarvàlis hostia ed ambarvàle sacrificium, vittima e sacrificio, che i contadini romani offrivano nella primavera, di solito il primo giorno di maggio, a Cerere, a Marte e ad altre divinità campestri per intercedere l'abbondanza della raccolta. La vittima veniva prima del sacrificio condotta da una lieta schiera di contadini attorno per i campi, onde venne il suo nome.»
(64) Il Khan, in Oriente, è una specie di locanda, anzi qualche cosa di meno, ciò che si direbbe un ricovero. Per lo più - scrive chi ne ha veduto - è «un edificio, di cui esistono soltanto le mura grezze, senza tetto: spesso è in piena campagna, spesso è appoggiato a qualche roccia, a qualche grotta. Talvolta, quando il Khan è magnifico, possiede una mezza tettoia, un lembo di tettoia. È un luogo di sosta, di riposo, fatto specialmente per i cavalli, per i muli, per gli asini: vi sono delle rastrelliere, vi si trova del fieno, dell'orzo, vi è dell'acqua, gli animali possono mangiare e bere.
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La leggenda del Burando
Streghe folletti e apparizioni in Liguria
di Baccio Emanuele Maineri
Tipogr. Franceschini Firenze 1900
pagine 256 |
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