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      Carga almanco de otant’ani.
      Poniamo per un momento che egli fosse più osceno di Giovenale, di Persio, di Orazio, e di Seneca morale, come dice Dante; neanche per questo i puritani avrebbero avuto il diritto di offenderlo. Niuno al mondo può impedire ad un uomo di passare il tempo come gli piace; anche Domiziano era padrone di pigliar mosche. Il Buratti scrisse per suo diletto e per gli amici, nè gli passò mai per il capo l’idea di far gemere i torchi. Un briccone qualunque si arrogò il diritto di carpirgli e di stampare i versi più grassi. Che colpa ne aveva egli? Perchè bandirgli la croce? Si veda il Baffo: fino che visse fu tenuto dal mondo per uomo di severo costume, per marito esemplare, per magistrato integerrimo. Venuto a morte, fra le sue carte si trovarono canzoni e sonetti veramente laidissimi; il conte Lecchi, un disertore dei Piombi, li pubblicò, e da quel dì la specchiata riputazione del Baffo cadde come un castello di carte, e fu battezzato per un disonesto, un infame. È giustizia codesta? Oh no, no, e no! Si colpiscano gli editori, e non gli autori, i quali rispettarono abbastanza il pudore e il buon costume condannando volontariamente all’oblìo i propri lavori.
      Dirò male, ma a me sembra che ogni galantuomo debba pensare così.
      VII.
      Al Buratti muore un figlio - Dolore immenso - Canto malinconico - Un giudizio inesatto - Ritirata in campagna - Il suo violino e un sonetto di Jacopo Crescini - Corsa a Bologna - Cornelia Martinetti e il suo palazzo - Una farfalla e due madrigali - A Venezia si annunzia la morte del Buratti - Tre epistole di un avvocato - Il Buratti risponde - Entra nei salotti veneziani - Conoscenze che vi rinnova - El baicolo e suoi effetti - Il caffè Pedrocchi e due sonetti satirici - L’amicizia rara del patrizio Matteo Da Mosto - Breve malattia del poeta - La descrive in un brindisi - Muore improvvisamente - Vicende della raccolta Da Mosto - Due parole sull’edizione del 1864 - La tomba del Buratti - Esser veneziano gli nocque - Conclusione.


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Il principe dei satirici veneziani Pietro Buratti
di Vittorio Malamani
Tipografia dell'Ancora Venezia
1887 pagine 115

   





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