Era sempre l’associazione, la cooperazione, fuori della quale non v’è più vita umana possibile; ma era un modo di cooperazione, imposto e regolato da pochi nel loro interesse particolare.
Da questo fatto è derivata la grande contraddizione, che riempie la storia degli uomini, tra la tendenza ad associarsi ed affratellarsi per la conquista e l’adattamento del mondo esteriore ai bisogni dell’uomo, e per la soddisfazione dei sentimenti affettivi, e la tendenza a dividersi in tante unità separate ed ostili quanti sono gli aggruppamenti determinati da condizioni geografiche, quante sono le posizioni economiche, quanti sono gli uomini che sono riusciti a conquistare un vantaggio e vogliono assicurarselo ed aumentarlo, quanti sono quelli che sperano conquistare un privilegio, quanti sono quelli che soffrono di un’ingiustizia o di un privilegio e si ribellano e vogliono redimersi.
Il principio del ciascun per sé, che è la guerra di tutti contro tutti, è venuto nel corso della storia a complicare, a deviare, a paralizzare la guerra di tutti contro la natura per il maggior benessere dell’umanità, che solo può avere esito completo fondandosi sul principio tutti per uno e uno per tutti.
Immensi sono stati i mali che ha sofferto l’umanità per questo intromettersi della dominazione e dello sfruttamento in mezzo all’associazione umana. Ma, malgrado l’oppressione atroce cui sono state sottomesse le masse, malgrado la miseria, malgrado i vizi, i delitti, la degradazione che la miseria e la schiavitù producono negli schiavi e nei padroni, malgrado gli odii accumulati, malgrado le guerre sterminatrici, malgrado l’antagonismo degl’interessi artificialmente creato, l’istinto sociale ha sopravvissuto e si è sviluppato.
| |
|