Abbiamo visto come lo stato di lotta, lungi dall’essere una condizione necessaria della vita dell’umanità, è contrario agli interessi degli individui e della specie umana; abbiamo visto come la cooperazione, la solidarietà è legge del progresso umano, ed abbiamo conchiuso che abolendo la proprietà individuale ed ogni predominio, il governo perde ogni ragione di essere e si deve abolire.
«Però (ci si potrebbe dire), cambiato il principio su cui è fondata oggi l’organizzazione sociale, sostituita la solidarietà alla lotta, la proprietà comune alla proprietà individuale, il governo cambierebbe natura ed invece di essere il protettore ed il rappresentante degli interessi di una classe, sarebbe, poiché classi non ve ne sono più, il rappresentante degli interessi di tutta la società. Esso avrebbe missione di assicurare e regolare, nell’interesse di tutti, la cooperazione sociale, compiere i servizi pubblici d’importanza generale, difendere la società dai possibili tentativi diretti a ristabilire il privilegio, e prevenire e reprimere gli attentati, da chiunque commessi, contro la vita, il benessere e la libertà di ciascuno.
Vi sono nella società delle funzioni troppo necessarie, che richiedono troppa costanza, troppa regolarità, per poter essere lasciate alla libera volontà degl’individui, senza pericolo di vedere andare ogni cosa a soqquadro.
Chi organizzerebbe e chi assicurerebbe, se non vi fosse un governo, i servizi di alimentazione, di distribuzione, d’igiene, di posta, telegrafo, ferrovie, ecc?
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