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      Ma ammettiamo pure che i governi dei paesi non ancora emancipati volessero e potessero tentare di rimettere in servitù un popolo libero; avrà questo bisogno di un governo per difendersi? Per far la guerra ci vogliono uomini che abbiano le cognizioni geografiche e tecniche necessarie, e soprattutto masse che vogliono battersi. Un governo non può aumentare la capacità degli uni, né la volontà ed il coraggio delle altre. E l’esperienza storica ci insegna come un popolo che voglia davvero difendere il proprio paese sia invincibile: ed in Italia si sa da tutti come, innanzi ai corpi di volontari (formazione anarchica) crollino i troni e svaniscano gli eserciti regolari, composti d’uomini forzati od assoldatiE la polizia? E la giustizia? Molti s’immaginano che se non vi fossero carabinieri, poliziotti e giudici ognuno sarebbe libero di uccidere, di stuprare, di danneggiare gli altri a suo capriccio; e che gli anarchici, in nome dei loro principi, vorrebbero rispettata quella strana libertà, che viola e distrugge la libertà e la vita degli altri. Quasi credono che noi, dopo avere abbattuto il governo e la proprietà individuale, lasceremmo poi ricostruire tranquillamente l’uno e l’altra, per rispetto alla libertà di coloro che sentissero il bisogno di essere governanti e proprietarii. Strano modo davvero d’intendere le nostre idee!... è vero che così riesce più facile sbarazzarsi con una scrollata di spalle, dell’incomodo di confutarle.
      La libertà che noi vogliamo, per noi e per gli altri, non è la liberta assoluta, astratta, metafisica, che in pratica si traduce fatalmente in oppressione del debole; ma è la libertà reale, la liberta possibile, che è la comunanza cosciente degli interessi, la solidarietà volontaria.


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L'anarchia
di Errico Malatesta
pagine 75

   





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