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      Ecco la sostanza dagli argomenti che in questo punto della discussione ci vengono opposti.
      Questa società senza governo, che si regge per mezzo della cooperazione libera e volontaria; questa società, che s’affida in tutto all’azione spontanea dagl’interessi ed è tutta fondata sulla solidarietà e sull’amore, è certamente, essi dicono, un ideale bellissimo ma, come tutti gli ideali, sta nelle nuvole. Noi ci troviamo in una umanità che ha sempre vissuto divisa in oppressi ed oppressori; e se questi sono pieni dello spirito di dominazione ed hanno tutti i vizii dei tiranni, quelli sono rotti al servilismo ed hanno i vizii anche peggiori che produce la schiavitù. Il sentimento della solidarietà è lungi dall’essere dominante tra gli uomini attuali, e se è vero che gli uomini sono e diventano sempre più solidali tra loro, è anche vero che quello che più si vede e più lascia l’impronta sul carattere umano è la lotta per l’esistenza, che ciascuno combatte quotidianamente contro tutti, è la concorrenza che incalza tutti, operai e padroni, e fa che ogni uomo diventi il lupo dell’altro uomo. Come mai potranno questi uomini, educati in una società basata sull’antagonismo delle classi e degli individui, trasformarsi d’un tratto e divenire capaci di vivere in una società in cui ciascuno farà quel che vorrà, e dovrà, senza coercizione esterna, per impulso della propria natura, volere il bene degli altri? E con che coraggio, con che senno affidereste voi le sorti della rivoluzione, le sorti della umanità, ad una turba ignorante, anemizzata della miseria, abbrutita dal prete, che oggi sarà stupidamente sanguinaria, e domani si farà goffamente raggirare da un furbo, o piegherà servilmente il collo sotto il calcagno del primo uomo d’armi che oserà farsi padrone?


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L'anarchia
di Errico Malatesta
pagine 75