Michele Bakunin in uno scritto pubblicato nel 1872, dopo aver detto che i grandi mezzi d’azione dell’Internazionale erano la propaganda delle sue idee e l’organizzazione dell’azione naturale dei suoi membri sulle masse, aggiunge:
«A chiunque pretendesse che un’azione così organizzata sarebbe un attentato contro la libertà delle masse, un tentativo di creare un nuovo potere autoritario, noi risponderemmo ch’egli non è che un sofista ed uno sciocco. Tanto peggio per quelli che ignorano la legge naturale e sociale della solidarietà umana, al punto da immaginare che un’assoluta indipendenza mutua degl’individui e delle masse sia una cosa possibile, o almeno desiderabile. Desiderarla significa volere la distruzione della società, poiché tutta la vita sociale non è altra cosa che questa indipendenza mutua, incessante degli individui e delle masse.
Tutti gli individui, siano pure i più intelligenti ed i più forti, anzi soprattutto i più intelligenti ed i più forti, ne sono, in ogni istante della loro vita, nello stesso tempo i produttori ed i prodotti. La stessa libertà di ogni individuo non è che la risultante, riprodotta continuamente, di questa massa d’influenze materiali, intellettuali e morali, esercitate sopra di lui da tutti gli individui che lo circondano, dalla società in mezzo a cui egli nasce, si sviluppa e muore. Volere sfuggire a questa influenza, in nome di una libertà trascendentale, divina, assolutamente egoista e bastante a se stessa, è la tendenza al non essere; volere rinunziare ad esercitarla sugli altri, significa rinunciare ad ogni azione sociale, all’espressione perfino dei suoi pensieri e dei suoi sentimenti, e si risolve pure nel non-essere Questa indipendenza, tanto vantata dagl’idealisti e dai metafisici, e la libertà individuale, concepita in questo senso, sono dunque il niente.
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Bakunin Internazionale
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