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      Sarà invece un governo eletto a suffragio universale, e quindi l’emanazione più o meno sincera del volere della maggioranza? Ma se voi considerate questi bravi elettori come incapaci di provvedere da loro stessi ai propri interessi, come mai essi sapranno scegliersi i pastori che debbono guidarli e come potranno risolvere questo problema di alchimia sociale, di far uscire l’elezione di un genio dal voto di una massa di imbecilli? E che ne sarà delle minoranze che pur sono la parte più intelligente, più attiva, più avanzata di una società?
      Per risolvere il problema sociale a favore di tutti non vi è che un mezzo: scacciare rivoluzionariamente i detentori della ricchezza sociale, mettere tutto a disposizione di tutti, e lasciare che tutte le forze, tutte le capacità, tutte le buone volontà esistenti fra gli uomini agiscano per provvedere ai bisogni di tutti.
      Noi combattiamo per l’anarchia e per il socialismo, perché crediamo che l’anarchia ed il socialismo si debbano attuare subito, vale a dire che si deve nell’atto stesso della rivoluzione scacciare il governo, abolire la proprietà ed affidare i servizi pubblici, che in quel caso abbracceranno tutta la vita sociale, all’opera spontanea, libera, non ufficiale, non autorizzata di tutti gl’interessati e di tutti i volenterosi.
      Vi saranno certamente difficoltà ed inconvenienti; ma essi saranno risoluti, e solo potranno risolversi anarchicamente, cioè mediante l’opera diretta degli interessati ed i liberi patti.
      Noi non sappiamo se alla prossima rivoluzione trionferanno l’anarchia ed il socialismo; ma certamente se dei programmi cosiddetti di transazione trionferanno, sarà perché noi, per questa volta, saremo stati vinti, e mai perché avremo creduto utile lasciare in vita una parte del mal sistema, sotto cui geme l’umanità.


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L'anarchia
di Errico Malatesta
pagine 75