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      In ogni modo avremo sugli avvenimenti quell’influenza che ci verrà dal nostro numero, dalla nostra energia, dalla nostra intelligenza e dalla nostra intransigenza. Anche se sarem vinti, la nostra opera non sarà stata inutile, poiché più saremo stati decisi a raggiungere l’attuazione di tutto il nostro programma, e meno proprietà e meno governo vi sarà nella nuova società. E avrem fatto opera grande, perché il progresso umano si misura appunto dalla diminuzione del governo e dalla diminuzione della proprietà privata.
      E se oggi cadremo senza piegar bandiera, possiamo esser sicuri della vittoria di domani.
      Il nostro programmaNoi non abbiamo novità da dire.
      La propaganda non è, e non può essere, che la ripetizione continua, instancabile di quei principii, che debbono servirci di guida nella condotta che dobbiamo seguire nelle varie contingenze della vita.
      Ripeteremo dunque, con parole più o meno differenti, ma con fondo costante, il nostro vecchio programma socialista-anarchico-rivoluzionario.
     
     * * *

      Noi crediamo che la più gran parte dei mali che affliggono gli uomini dipende dalla cattiva organizzazione sociale; e che gli uomini, volendo e sapendo, possono distruggerli.
      La società attuale è il risultato delle lotte secolari che gli uomini han combattuto tra di loro. Non comprendendo i vantaggi che potevano venire a tutti dalla cooperazione e dalla solidarietà, vedendo in ogni altro uomo (salvo al massimo i più vicini per vincoli di sangue) un concorrente ed un nemico, han cercato di accaparrare, ciascun per sé, la più grande quantità di godimenti possibili, senza curarsi degli interessi degli altri.


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L'anarchia
di Errico Malatesta
pagine 75