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      Bisogna che suscitiamo in ciascuno la simpatia pei mali altrui ed il desiderio vivo del bene di tutti.
      A chi ha fame e freddo noi mostreremo come sarebbe possibile, e facile, assicurare a tutti la soddisfazione dei bisogni materiali. A chi è oppresso e vilipeso, noi diremo come si può vivere felicemente in una società di liberi e di uguali, a chi è tormentato dall'odio e dal rancore noi additeremo la via per raggiungere, amando i propri simili, la pace e la gioia del cuore.
      E quando saremo riusciti a far nascere nell'animo degli uomini il sentimento di ribellione contro i mali ingiusti ed inevitabili di cui si soffre nella società presente, ed a far comprendere quali sono le cause di questi mali e come dipenda dalla volontà umana l'eliminarli; quando avremo ispirato il desiderio vivo, prepotente, di trasformare la società per il bene di tutti, allora i convinti per impulso proprio e per la spinta di coloro che li han preceduti nella convinzione, si uniranno e vorranno, e potranno attuare i comuni ideali.
      Sarebbe — lo abbiam già detto — assurdo ed in contradizione col nostro scopo il voler imporre la libertà, l'amore fra gli uomini, lo sviluppo integrale di tutte le facoltà umane per mezzo della forza. Bisogna dunque contare sulla libera volontà degli altri, e la sola cosa che possiamo fare è quella di provocare il formarsi ed il manifestarsi di detta volontà. Ma sarebbe però egualmente assurdo e contrario al nostro scopo l'ammettere che coloro i quali non la pensano come noi c'impediscano di attuare la nostra volontà, sempre che essa non leda il loro diritto ad una libertà eguale alla nostra.


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L'anarchia
di Errico Malatesta
pagine 75