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      Compito nostro è quello di preparare il popolo, moralmente e materialmente, a questa necessaria espropriazione; e di tentarla e ritentarla, ogni volta che una scossa rivoluzionaria ce ne presenta l'occasione, fino al trionfo definitivo. Ma in che modo possiamo preparare il popolo? In che modo preparare le condizioni che rendono possibile, non solo il fatto materiale dell'espropriazione, ma l'utilizzazione, a vantaggio di tutti, della ricchezza comune?
      Abbiamo detto antecedentemente che la sola propaganda, parlata o scritta, è impotente a conquistare alle nostre idee tutta quanta la grande massa popolare. Occorre una educazione pratica, la quale sia a volta a volta causa ed effetto di una graduale trasformazione dell'ambiente. Occorre che a mano a mano che si sviluppano nei lavoratori il senso di ribellione contro le ingiuste ed inutili sofferenze di cui son vittime, ed il desiderio di migliorare le loro condizioni, essi, uniti e solidali tra loro, lottino per il conseguimento di quel che desideriamo.
      E noi, e come anarchici e come lavoratori, dobbiamo provocarli ed incoraggiarli alla lotta e lottare con loro.
      Ma sono possibili, in regime capitalistico, questi miglioramenti? Sono essi utili, dal punto di vista della futura emancipazione integrale dei lavoratori?
      Qualunque siano i risultati pratici della lotta per i miglioramenti immediati, l'utilità principale sta nella lotta stessa. Con essa gli operai imparano ad occuparsi dei loro interessi di classe, imparano che il padrone ha interessi opposti ai loro e che essi non possono migliorare le loro condizioni, ed anche meno emanciparsi, se non unendosi e diventando più forti dei padroni.


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L'anarchia
di Errico Malatesta
pagine 75