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      Ma sempre si arriva all'insurrezione, perché se il governo non cede, il popolo finisce col ribellarsi; e se il governo cede, il popolo acquista fiducia in sé e pretende sempre di più, fino a che l'incompatibilità tra la libertà e l'autorità diventa evidente e scoppia il conflitto violento.
      È necessario dunque prepararsi moralmente e materialmente perché allo scoppio della lotta violenta la vittoria resti al popolo.
     
     * * *

      L'insurrezione vittoriosa è il fatto più efficace per l'emancipazione popolare, poiché il popolo, scosso il giogo, diventa libero di darsi quelle istituzioni che egli crede migliori, e la distanza che passa tra la legge, sempre in ritardo, ed il grado di civiltà a cui è arrivata la massa della popolazione, è varcata d'un salto. L'insurrezione determina la rivoluzione, cioè il rapido attuarsi delle forze latenti accumulate durante la precedente evoluzione.
      Tutto sta in ciò che il popolo è capace di volere.
      Nelle insurrezioni passate il popolo, inconscio delle ragioni vere dei suoi mali, ha voluto sempre molto poco, e molto poco ha conseguito.
      Che cosa vorrà nella prossima insurrezione?
      Ciò dipende in parte dalla nostra propaganda e dall'energia che noi sapremo spiegare.
      Noi dovremo spingere il popolo ad espropriare i proprietari e mettere in comune la roba, ed organizzare la vita sociale da sé stesso, mediante associazioni liberamente costituite, senza aspettare gli ordini di nessuno e rifiutando di nominare o riconoscere qualsiasi governo, qualsiasi corpo che pretenda al diritto di far la legge ed imporre agli altri la sua volontà.


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L'anarchia
di Errico Malatesta
pagine 75