D’altra parte un nuovo fermento d’idee agitava le mani...
Vi erano stati bensì dei pensatori poderosi e precursori geniali capaci di reggere il confronto con qualunque straniero, ma essi erano restati senza grande influenza o totalmente ignorati, come per esempio il Pisacane, tanto che occorse scoprirli dopo, quando già le loro idee erano per altre vie divenute patrimonio comune.
Ma ora, dopo la costituzione del regno, con una certa libertà di stampa, con la maggiore facilità di muoversi e stabilire delle relazioni e per lo stesso sprone delle disillusioni patite, la gioventù incominciava ad informarsi ed interessarsi delle idee che agitavano l’Europa. Già il concetto dell’Italia nazione-messia appariva a molti fantastico ed assurdo ed era sostituito da una più realistica concezione della storia e dei rapporti tra i popoli. La credenza in Dio e nel soprannaturale, tanto cara a Mazzini, era buttata in breccia dal nuovo indirizzo delle scienze naturali introdotto nelle università italiane per opera principalmente di valenti professori stranieri. L’idea di patria e tutte le istituzioni sociali - proprietà, organizzazione statale, famiglia, diritto civile e penale - erano discusse e criticate con nuova larghezza di vedute. La questione sociale, la questione dei ricchi e dei poveri, incominciava ad attirare l’attenzione e pareva già destinata a svalorizzare e mettere in oblìo le questioni di nazionalità.
Mazzini e Garibaldi continuavano ad essere idolatrati dalla gioventù più avanzata, che avrebbe voluto averli come capi guide, ma trovava sempre più difficile il seguirli.
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