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      In ogni modo l’Internazionale si estese rapidamente nei centri più evoluti...
      Dato l’ambiente italiano ancora tutto vibrante dei ricordi delle cospirazioni mazziniane e delle spedizioni garibaldine, data l’eccitazione prodotta dalla Comune di Parigi, data l’influenza predominante di Bakunin, dati il temperamento e le convinzioni dei primi iniziatori, l’Internazionale in Italia non poteva essere una semplice federazione di leghe di resistenza operaia, sia pure a tendenze radicali, come fu altrove. Essa assunse fin dal principio un carattere decisamente sovvertitore, che trova un certo riscontro solo nella Spagna, dove il carattere degli abitanti e la situazione politica erano quasi come in Italia, e dove del resto il movimento internazionalista fu iniziato dal Fanelli, mandato colà in missione dall’Alleanza bakunista.
      L’Internazionale nacque in Italia socialista, anarchica, rivoluzionaria, e per conseguenza antiparlamentare. Ruppe subito con il “Consiglio generale”, il quale, ispirato da Marx, voleva dirigere autoritariamente l’associazione ed imporle un programma statalista; e fu essenzialmente un’associazione fatta collo scopo di provocare un’insurrezione armata, la quale avrebbe dovuto d’un colpo solo rovesciare il governo, abolire la proprietà privata, mettere a libera disposizione dei lavoratori la terra, gli strumenti di lavoro e tutta la ricchezza esistente e sostituire all’organizzazione statale e borghese la libera federazione dei comuni e dei gruppi produttori autonomi.


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Rivoluzione e lotta quotidiana
di Errico Malatesta
pagine 338

   





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