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      So ben che queste idee non sono fatte per incontrare la simpatia generale dei nostri amici.
      Per quanto si sia anarchici, si è sempre più o meno uomini del proprio tempo. Ed il popolo dei nostri tempi, come quello dei tempi passati, si lascia ancora imporre dalla forza, dal successo, senza guardarci tanto pel sottile. Se esplosioni sono riuscite, hanno messo paura ... ai paurosi, e molti dei nostri amici applaudiranno incondizionatamente, senza occuparsi dell’effetto che hanno sulla massa, che noi dovremmo attirare a noi, senza esaminare senza fare le parti del bene e del male. È la stessa tendenza per la quale il popolo applaude a tutti i guerrieri, a tutti i tiranni che vincono; è la stessa tendenza per la quale parecchi anarchici divennero boulangistes quando sembrava che Boulanger stesse per vincere.
      Ma contro questa tendenza noi dobbiamo reagire, se no addio anarchia. La rivoluzione si farebbe ma per aprire il varco a nuovi tiranni.
      La verità è che v’è molta gente che si chiama anarchica, e che dell’anarchia non ha capito nulla.
      Anche in questa occasione i soliti, gli ex amici di Senace hanno pubblicato un foglio clandestino in cui minacciano bastonate a quegli anarchici, che non credono che Ravachol sia il tipo degli anarchici, e che l’eremita di Chambles meritava gli si schiacciasse la testa a martellate, vale a dire a noi, e le bastonate promesse ce le darebbero... se noi ce le lasciassimo dare.
      Vedete dunque che anarchici! Come l’inquisizione; le bastonate (non potendo applicare la ghigliottina o il rogo) a quelli che non pensano come loro e dicono il loro pensiero.


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Rivoluzione e lotta quotidiana
di Errico Malatesta
pagine 338

   





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