È necessario reagire; mettere i punti sugli i, uscire dai termini generali i quali spesso fanno credere che si sia d’accordo, mentre si sta agli antipodi.
Ed io, dopo tutto, son contento di questa specie di crisi, perchè provocherà delle spiegazioni, in seguito alle quali si saprà con chi si è d’accordo davvero e con chi no, e si saprà uscire dall’equivoco, dai tira e molla e mettersi col lavoro fecondo dalla propaganda fra le masse e dell’azione veramente rivoluzionaria.
Voi saprete interpretare per il loro verso queste idee buttate già così confusamente ed in fretta. Io del resto le svilupperò completamente in un lavoretto che darò alle stampe al più presto.6
Se volete far leggere questa lettera a qualche amico fatelo pure; ma però, appunto perchè è buttata giù in fretta e senza ordine, fatela leggere solo a quelli che conoscete abbastanza intelligenti per non interpretare le cose a rovescio...
c. La tragedia di Monza7
Prima di tutto riduciamo le cose alle loro giuste proporzioniIl re è stato ucciso; e poichè un re è pur sempre un uomo, il fatto è da deplorarsi. Una regina è stata vedovata; e poichè una regina è anch’essa una donna, noi simpatizziamo col suo dolore.
Ma perchè tanto chiasso per la morte di un uomo e per le lacrime di una donna quando si accetta come una cosa naturale il fatto che ogni giorno tanti uomini cadono uccisi, e tante donne piangono, a causa delle guerre, degli accidenti sul lavoro, delle rivolte represse a fucilate, e dei mille delitti prodotti dalla miseria, dallo spirito di vendetta, dal fanatismo e dall’alcolismo?
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Monza
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