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      È incapacità mia? È colpa delle circostanze? Forse c’è un po’ dell’uno e un po’ dell’altro. Io non ho perduto però la speranza di vedere iniziato un nuovo movimento che avesse in sè le condizioni di vita e di successo che sono mancate a quel movimento che noi stessi iniziammo un 20 o 25 anni or sono e che ora, secondo me, sta agonizzando.
      Questo per la questione generale. In quanto al caso speciale dell’Italia in questo momento, a me pare che se i repubblicani volessero agire, noi non potremmo far di meglio che far massa con loro. Una volta rotto il sonno in cui l’Italia pare caduta, potremmo rialzare la nostra bandiera e continuare la lotta a modo nostro e per i nostri ideali.
      b. Organizzatori e antiorganizzatori14
      Sono degli anni che si fa tra gli anarchici un gran discutere su questa questione. E, come avviene spesso, quando si piglia passione in una discussione ed alla ricerca della verità subentra il puntiglio di aver ragione, o quando le discussioni teoriche non sono che un tentativo per giustificare una condotta pratica ispirata da altri motivi, si è prodotta una grande confusione d’idee e di parole.
      Ricordiamo di passaggio, tanto per sbarazzarcene, le semplici questioni di parole, che a volte han raggiunto le più alte cime del ridicolo, come per esempio: “noi non vogliamo l’organizzazione ma l’armonizzazione”; “siamo contrari all’associazione, ma ammettiamo l’intesa”; “noi non vogliamo segretario e cassiere, perchè sono cose autoritarie, ma incarichiamo un compagno di tenere la corrispondenza, ed un altro di custodire il denaro” - e passiamo alla discussione seria.


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Rivoluzione e lotta quotidiana
di Errico Malatesta
pagine 338

   





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