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      E veramente l’ipnotizzazione arrivò al punto da far sostenere cose veramente incredibili.
      Si combatte ogni sorta di cooperazione e di intesa, ritenendo che l’associazione era l’antitesi dell’anarchia, si sostenne che senza accordi, senza obblighi reciproci, facendo ognuno quello che gli passa per il capo senza nemmeno informarsi di quello che fa l’altro, tutto si sarebbe spontaneamente armonizzato; che anarchia significa che ogni uomo deve bastare a sè stesso e farsi da sè tutto quello che gli occorre senza scambio e senza lavoro associato; che le ferrovie potevano funzionare benissimo senza organizzazione, anzi che questo avveniva di già in Inghilterra (!); che la posta non era necessaria e che chi a Parigi voleva scrivere una lettera a Pietroburgo... se la poteva portare da sè (!!), ecc. ecc.
      Ma queste sono sciocchezze, si dirà, e non vale la pena di rilevarle.
      Sì, ma queste sciocchezze sono state dette, stampate propagate: sono state accolte da gran parte del pubblico come l’espressione genuina delle idee anarchiche; e servono sempre come armi di combattimento agli avversari, borghesi e non borghesi, che vogliono aver di noi una facile vittoria. E poi quelle sciocchezze non mancano del loro valore, in quanto sono la conseguenza logica di certe premesse e possono servire di riprova sperimentali della verità o meno di quelle premesse.
      Alcuni individui, di mente limitata ma forniti di potente spirito logico, quando hanno accettato delle premesse ne tirano tutte le conseguenze fino all’ultimo, e, se così vuole la logica, arrivano senza scomporsi alle più grandi assurdità, alla negazione dei fatti più evidenti.


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Rivoluzione e lotta quotidiana
di Errico Malatesta
pagine 338

   





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