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      Noi siamo come un esercito in guerra e possiamo, secondo il terreno e secondo le misure prese dal nemico, combattere in grandi masse o in ordine sparso: l’essenziale è che ci consideriamo sempre membri dello stesso esercito, che ubbidiamo tutti alle stesse idee direttive e siamo sempre pronti a riunirci in colonne compatte quando occorre e si può.
      Tutto questo che abbiamo detto è per quei compagni che realmente sono avversari del principio di organizzazione. A quelli poi che combattono l’organizzazione solo perchè non vogliono entrare, o non sono accettati, in una determinata organizzazione, e perchè non simpatizzano con gli individui che ne fanno parte, noi diciamo: fate da voi, con quelli che sono d’accordo con voi, un’altra organizzazione. Noi ameremmo certo poter andare tutti d’accordo e riunire in un fascio potente tutte quante le forze dell’anarchismo; ma non crediamo nella solidità delle organizzazioni fatte a forza di concessioni e di sottintesi e dove non v’è tra i membri accordo e simpatia reali. Meglio disuniti che malamente uniti. Peró vorremmo che ciascuno si unisse coi suoi amici e non vi fossero forze isolate, forze perdute.
      d. L’organizzazione come condizione della vita sociale16
      L’organizzazione, che poi non è altro che la pratica della cooperazione e della solidarietà, è condizione naturale, necessaria della vita sociale: è un fatto ineluttabile che s’impone a tutti, tanto nella società umana in generale, quanto in qualsiasi gruppo di persone che hanno uno scopo comune da raggiungere.


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Rivoluzione e lotta quotidiana
di Errico Malatesta
pagine 338