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      Non ritorneremo sulla impotenza del suffragio universale e del parlamentarismo a risolvere la questione sociale, nè sulla futilità di tutte le riforme non fondate sull’abolizione della proprietà individuale, poichè questo deve essere già una cosa provata per chi è socialista; e noi in questo opuscolo non dobbiamo difendere i principi socialisti, ma supporli già dimostrati.
      Però, siccome la ragione od il pretesto che serve a certi socialisti per pigliar parte alle elezioni e per farsi mandare al parlamento, è il vantaggio che ne potrebbe venire alla propaganda, noi insisteremo sul danno che invece la propaganda ne risente.
      D’ordinario coloro che vantano l’utilità di avere dei socialisti nei parlamenti e negli altri corpi elettivi, ragionano come se per essere eletto bastasse il volerlo. Noi avremmo là, essi dicono, degli uomini che godrebbero del diritto di viaggiare gratis o di altri vantaggi economici, che permetterebbero loro di dedicarsi con maggiore efficacia alla propaganda; degli uomini che potrebbero osservar da vicino le magagne del mondo politico e denunziarle al pubblico, e che potrebbero, soprattutto, servirsi della tribuna parlamentare per difendere i principi socialisti, e costringere tutto il paese a studiarli e discutere. Perchè rinunciare a questi benefizi?
      Innanzi tutto v’è una pregiudiziale: conserveranno gli eletti il programma che avevano da candidati, e metteranno a difenderlo la stessa energia che vi mettevano prima? Certamente sarebbe bello, onorevole per la natura umana, il poter affermare che qualunque fossero le convinzioni di ciascuno ed il metodo di lotta prescelto, mai verrebbero meno la sincerità ed il coraggio.


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Rivoluzione e lotta quotidiana
di Errico Malatesta
pagine 338