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      Ma la prova è fatta; e disgraziatamente, quando si pensa alla condotta ignobile e vile che han tenuto, in ogni dove, tutti, o quasi, i deputati socialisti, non è possibile serbare tali illusioni.
      L’ambiente parlamentare corrompe, e l’operaio ed il rivoluzionario cessano di essere tali pel solo fatto di essere diventati deputati. Del resto non c’è da meravigliarsene.
      Voi prendete un lavoratore, lo tirate fuori del suo ambiente, lo sottraete al lavoro, lo allontanate da voi, di cui egli vedeva e divideva la miseria, lo mandate in mezzo ai signori, in mezzo al bel mondo dove si gode e non si lavora, lo esponete a tutte le tentazioni: e poi vi meravigliate ch’egli si adatti ad un ambiente ben più confortante di quello in cui viveva prima, ch’egli cerchi di assicurarsi l’insolito benessere, e dimentichi presto o tardi i suoi fratelli di miseria e gl’impegni contratti con essi? Voi prendete un rivoluzionario abituato ad essere palleggiato di prigione in prigione, ne fate un legislatore; e poi siete sorpresi s’egli si lascia ammansire dal tepore di una libertà ed una sicurezza personali mai godute? E d’altronde, il sentimento dell’impotenza, in mezzo a gente assolutamente refrattaria alla sua influenza, non spingerà anche chi è perfettamente sincero, a far concessioni e transizioni, colla speranza di potere almeno ottenere qualche cosa?
      Ma mettiamo pure che nessuno si corrompa, e che gli uomini siano tutti eroi… anche quelli che smaniano per esser deputati.
      Però come si può riuscire a mandare dei socialisti al parlamento?


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Rivoluzione e lotta quotidiana
di Errico Malatesta
pagine 338