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      La maggioranza degli elettori non è socialista, nemmeno a fabbricarsi un collegio elettorale apposta; che se lo fosse, allora non avrebbe bisogno di nominare dei deputati, ma potrebbe, anche quando tutte le altre circoscrizioni fossero reazionarie, in mille modi più efficaci attaccare il regime borghese ed essere un centro d’irradiazione socialista. Per formarsi dunque una maggioranza bisogna transigere, allearsi con questo o con quello, mistificare il programma, promettere riforme immediate, far credere una cosa a questo ed un’altra a quello, fare in modo che la borghesia vi tolleri, che il governo non vi combatta troppo acerbamente. E allora che diventa la propaganda socialista?
      D’altra parte, siccome ogni uomo si stima onesto e quasi tutti si stimano capaci, così avviene che quasi ognuno che sa dire due parole, si considera in cuor suo deputabile quanto un altro; alla nobile ambizione di far il bene e di essere il primo nei rischi e nei sacrifici si sostituisce a poco a poco, col pretesto del bene generale, la bassa ambizione degli onori e dei privilegi; e nascono le rivalità tra i compagni, le gelosie ed i sospetti. La propaganda dei principi cede il passo alla propaganda delle persone; la rinascita delle candidature diventa il grande, anzi l’unico interesse del partito; e una turba di politicanti, che vedono nel socialismo un mezzo come un altro per farsi strada, si gettano in mezzo al popolo e mistificano e corrompono programma e partito.
      E che diremo della speranza di ottenere per mezzo dei deputati socialisti delle riforme che possano, aspettando il meglio, lenire i dolori del popolo e levar degli ostacoli dal suo cammino?


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Rivoluzione e lotta quotidiana
di Errico Malatesta
pagine 338