– Perchè avete creduto di dover aggiungere alla parola anarchici l’aggiunta, che quasi può parere un’attenuante, di socialisti?
– Non è punto un’aggiunta, e tanto meno un’attenuante. Fin dal 1871, quando incominciammo la nostra propaganda in Italia, noi siamo sempre stati e ci siam sempre detti socialisti-anarchici. Nell’uso del linguaggio ci è accaduto di chiamarci semplicemente anarchici, poichè intendevasi implicitamente che gli anarchici fossero socialisti, come altra volta quando i soli socialisti eravamo noi, ci accadeva molto spesso di chiamarci semplicemente socialisti, poichè s’intendeva (e allora in Italia lo intendevano tutti) che i socialisti fossero anche anarchici. Noi siamo stati sempre d’opinione che socialismo ed anarchia sono due parole che in fondo hanno lo stesso significato; poichè non è possibile, secondo noi, l’emancipazione economica (abolizione della proprietà) senza l’emancipazione politica (abolizione del governo) e viceversa.
Oggi più spesso ripetiamo insieme i due aggettivi non perchè si siano modificate le nostre idee, ma perchè oggi son diventati più numerosi coloro i quali credono di poter arrivare al socialismo per mezzo di un governo; come d’altra parte vi sono individui i quali si dicono anarchici senza essere socialisti, il che secondo noi, equivale a non essere nemmeno anarchici. Però bisogna intendere che per molti i quali si dicono anarchici respingendo l’appellativo di socialisti, non è che una questione di parole, volendo anche essi assicurati a tutti i mezzi di produzione.
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