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      Ben al contrario. A chi penetra a fondo nello studio dell’anarchismo, sarà facile accorgersi come nei primi tempi del movimento un forte residuo di giacobinismo e di autoritarismo sopravviveva in noi, residuo che non oso dire sia assolutamente distrutto, ma che certamente si è andato e si va sempre attenuando. Altra volta era opinione comune in mezzo a noi che la rivoluzione doveva essere necessariamente autoritaria, e non era raro chi con strana contraddizione pensava si potesse “fare l’Anarchia per forza”; mentre oggi è convinzione generale degli anarchici che l’anarchia non può venire dall’autorità, ma deve sorgere dalla lotta costante contro ogni imposizione, tanto in tempo di lenta evoluzione, quanto in periodi tempestosamente rivoluzionari, e che nostro scopo deve essere il fare in modo che la rivoluzione sia essa stessa e fin dal primo momento un’attuazione delle idee e dei metodi anarchici.
      Il Partito dell’Avanti! è un partito parlamentare sia riguardo agli scopi futuri, sia riguardo alla tattica presente; e noi siamo invece avversari del parlamentarismo e come forma di costituzione sociale e come mezzo attuale di lotta, al punto da considerare socialismo anarchico e socialismo antiparlamentare come sinonimi, o quasi.
      Ha forse l’Avanti! osservato che sia diminuita in noi quell’avversione contro il parlamentarismo che è stata sempre una caratteristica del nostro partito? Abbiamo forse cessato dal consacrare buona parte delle nostre forze a scalzare dall’animo dei lavoratori la nuova fede nei parlamenti e nei mezzi parlamentari, che i socialisti democratici cercano di impiantarvi?


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Rivoluzione e lotta quotidiana
di Errico Malatesta
pagine 338

   





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