Noi non vogliamo mettere in dubbio preventivamente la buona fede dei nuovi convertiti tanto più che tra essi ve n’è un paio con cui abbiamo avuti vincoli d’amicizia personale. In generale queste evoluzioni – o involuzioni che dir si voglia – s’incominciano sempre in buona fede; poi, la logica sospinge, l’amor proprio vi si mischia, l’ambiente vince… e si diventa quello che prima ripugnava.
Forse in questa circostanza non avverrà nulla di quello che temiamo, perchè i neoconvertiti sono pochissimi e ben poca è la probabilità ch’essi trovino larghe adesioni nel campo anarchico, e quei compagni o ex-compagni rifletteranno meglio e riconosceranno il loro errore. Il nuovo governo che sarà installato in Francia dopo il trionfo elettorale del blocco di sinistra, li aiuterà a persuadersi che ben poca differenza v’è tra esso e il governo precedente, non facendo niente di buono nemmeno l’amnistia – se la massa non l’imporrà con l’agitazione. Noi cercheremo, dal nostro punto di vista, di aiutarli ad intender ragione con qualche osservazione, che del resto non dovrebbe esser nuova per chi aveva già accettata la tattica anarchica.
È inutile il venirci a dire, come fanno quei buoni amici, che un po’ di libertà vale meglio che la tirannia brutale senza limite e freno, che un orario ragionevole di lavoro, un salario che permette di vivere un po’ meglio delle bestie, la protezione delle donne e dei bambini sono preferibili ad uno sfruttamento del lavoro umano fino ad esaurimento completo del lavoratore, che la scuola di Stato, per cattiva che sia, è sempre migliore dal punto di vista dello sviluppo morale del fanciullo di quella impartita dai preti e dai frati… Noi ne conveniamo volentieri: e conveniamo pure che vi possono essere delle circostanze in cui il risultato delle elezioni, in uno Stato od in un Comune, può avere delle conseguenze buone o cattive e che questo risultato potrebbe essere determinato dal voto degli anarchici se le forze dei partiti in lotta fossero quasi uguali.
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