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      Generalmente si tratta di un’illusione; le elezioni, quando queste sono tollerabilmente libere, non hanno che il valore di un simbolo: mostrano lo stato dell’opinione pubblica, che si sarebbe imposta con mezzi più efficaci e risultati maggiori se non le si fosse offerto lo sfogatoio delle elezioni. Ma non importa: anche se certi piccoli progressi fossero la conseguenza diretta di una vittoria elettorale, gli anarchici non dovrebbero accorrere alle urne e cessare dal predicare i loro metodi di lotta. Poichè non è possibile far tutto al mondo, bisogna scegliere la propria linea di condotta…
      b. L’astratto rigorismo degli “intransigenti”30
      Comincio a ricevere qualche giornale spagnuolo, che mi fa crescere la volontà di andare sul posto, senza, ohimè! aumentarne la possibilità.
      A proposito delle tue osservazioni sul fatto che la caduta della monarchia spagnuola fu determinata da una manifestazione elettorale, ti dirò che è vero che tale fatto darà un certo credito alla lotta elettorale e sarà certamente sfruttato dagli elezionisti nella loro propaganda e nelle eventuali discussioni con noi, ma non infirma la nostra tesi, se fatti e teorie sono debitamente esposti e compresi.
      In realtà le elezioni che noi combattiamo, cioè quelle che servono a nominare dei governanti, o tendono, nel periodo preparatorio, a discreditare e paralizzare l’azione diretta delle masse, non sono equiparabili al fatto spagnuolo. Le elezioni municipali spagnuole sono state l’esplosione del sentimento antimonarchico della popolazione, che ha profittato per manifestarsi della prima occasione che si è presentata.


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Rivoluzione e lotta quotidiana
di Errico Malatesta
pagine 338