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      A me sembra che sarebbe una sciocchezza, che ammonterebbe in pratica ad un tradimento della causa rivoluzionaria, o più generalmente, della causa del progresso e della emancipazione umana.
      Il movimento operaio è ormai uno dei fattori principali della storia di oggi e di quella del prossimo domani, e disinteressarsene significherebbe mettersi fuori della vita reale, rinunziare ad esercitare un’azione sensibile sugli avvenimenti, lasciare che i socialisti, i comunisti, i clericali ed altri partiti di governo difendendo o affettando di difendere gl’interessi attuali degli operai, interessi piccoli e transitori ma pur necessari a chi vive oggi, acquistino la fiducia delle masse e se ne servano per arrivare al potere, con questo o con un altro regime, e mantenere il popolo nella schiavitù.
      Le organizzazioni operaie per la resistenza contro i padroni sono il mezzo migliore, forse l’unico accessibile a tutti, per entrare in contatto permanente colle grandi masse, farvi la propaganda delle idee nostre, predisporle alla rivoluzione e spingerle o trascinarle in piazza per qualunque azione preparatoria o definitiva. In esse gli oppressi ancora docili e sommessi s’iniziano alla coscienza dei loro diritti e della forza che possono trovare nell’accordo coi compagni di oppressione: in esse comprendono che il padrone è il loro nemico, che il governo, già ladro ed oppressore per la natura sua, è sempre pronto a difendere i padroni, e si preparano spiritualmente al rovesciamento totale del vigente ordine sociale.


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Rivoluzione e lotta quotidiana
di Errico Malatesta
pagine 338