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      – gli organi per lo meno provvisori necessari a continuare l’organizzazione della produzione e della distribuzione che dovrà continuare senza interruzione anche in periodo rivoluzionario?”
      Perfettamente. Ed appunto perchè sono convinto che i sindacati possono e debbono esercitare una funzione utilissima, e forse necessaria, nel passaggio della società attuale alla società ugualitaria, io vorrei che essi fossero giudicati al loro giusto valore e che si tenesse sempre presente la loro naturale tendenza a diventare delle corporazioni chiuse intente solo a propugnare gl’interessi egoistici della categoria, o, peggio ancora, dei soli organizzati, per potere meglio combatterla ed impedire che essi diventino degli organi di conservazione. Così come appunto perchè riconosco l’utilità grandissima che possono avere le cooperative nell’abituare gli operai alla gestione dei loro affari e del loro lavoro, e funzionare, all’inizio della rivoluzione, quali organi già pronti per l’organizzazione della distribuzione dei prodotti e servire come centri di attrazione intorno a cui si potrà raccogliere la massa della popolazione, io combatto lo spirito bottegaio che tende naturalmente a svilupparsi in esse e vorrei che esse fossero aperte a tutti, che non dessero alcun privilegio ai loro soci e soprattutto che non si trasformassero come avviene spesso, in vere società anonime capitalistiche che impiegano e sfruttano dei salariati e speculano sui bisogni del pubblico.
      Secondo me, cooperative e sindacati, tali quali sono in regime capitalistico, non portano naturalmente, per loro forza intrinseca, alla emancipazione umana (è questo il punto controverso), ma possono produrre il male o il bene, essere organi oggi di conservazione o trasformazione sociale, servire domani la reazione o la rivoluzione, secondo che si limitino alla loro funzione propria di difensori degli interessi attuali dei soci, o siano animati e travagliati dallo spirito anarchico, che fa loro dimenticare gl’interessi in omaggio agli ideali.


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Rivoluzione e lotta quotidiana
di Errico Malatesta
pagine 338