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      E vorrei che i nostri compagni accettassero e magari si facessero antesignani di questa tendenza, che rappresenta poi l’intimo desiderio di quel gran numero di lavoratori che si sentono fratelli con tutti quelli che lavorano e soffrono con loro e non comprendono le ragioni di certe divisioni e spesso, a causa di quelle divisioni, si appartano sfiduciati e disgustati – non già, s’intende, perchè gli anarchici indulgano ai metodi dei dirigenti della Confederazione generale, ma perchè cerchino di far trionfare colla propaganda e coll’esempio i metodi che credono migliori e soprattutto fraternizzino colle masse organizzate nella Confederazione e facciano in modo, per quel che da loro dipende, che tutti i lavoratori siano uniti e solidali nella lotta contro i padroni.
      È certo che la divisione della parte eletta del proletariato tra diverse organizzazioni rivali ed ostili fa sciupare in lotte intestine quelle forze che dovrebbero essere tutte impiegate nell’educazione e nella lotta contro il nemico comune, come è certo che quella divisione fu una delle cause precipue per cui il proletariato fu sconfitto e sottoposto ad un rincrudimento di oppressione, proprio quando sembrava che fosse alla vigilia della vittoria. Quindi è urgente che tutti coloro che vogliono sinceramente e senza mire personali l’elevazione dei lavoratori e l’umana emancipazione, facciano il possibile per giungere alla desiderata unione. E naturalmente noi saremmo fieri se i compagni nostri, gli anarchici, si distinguessero per il loro zelo in quest’opera salutare.


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Rivoluzione e lotta quotidiana
di Errico Malatesta
pagine 338

   





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