E gli educazionisti, d’altro lato, han creduto e credono ancora che a forza di propagar l’istruzione, di predicare il libero pensiero, la scienza positiva, ecc., di istituire università popolari e scuole moderne, si possa distruggere nelle masse il pregiudizio religioso, la soggezione morale al dominio statale, la credenza dei diritti sacrosanti delle proprietà, e rendere così insopportabile a tutti, e quindi incapace di reggersi, il regime di menzogna d’ingiustizia e di oppressione che si mira a distruggere.
E ora si aggiunge il sindacalismo dottrinario il quale pretende che l’organizzazione operaia, il sindacato, conduca per sua virtù propria automaticamente, alla distruzione del salariato e dello Stato.
Ora, sta avvenendo invece che il capitalismo si allarga e si rafforza; ed i marxisti, rinunciando in pratica se non in teoria ai dogmi della scuola, si danno a predicare e favorire riforme che, quando fossero possibili, non farebbero che consolidare il capitalismo stesso, mitigandone gli effetti omicidi, e sostituendo alla lotta di classe un accordo tra lavoratori e capitalisti che renderebbe più stabili e più sicure le condizioni degli uni e degli altri e tenderebbe ad evitare quei conflitti dai quali potrebbe nascere la rivoluzione. E dove il capitalismo individuale si mostra impotente a garantire la stabilità sociale, cioè la perpetuazione del privilegio, già sta per essere sostituito dal capitalismo di Stato, in cui i privilegiati invece di capitalisti si chiamerebbero funzionari ed il popolo di lavoratori sarebbe ridotto a gregge, forse un po’ meglio pasciuto, forse un po’ meno esposto alle alee della disoccupazione e della vecchiaia ma più schiavo che in regime capitalista.
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