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      Da un altro lato il movimento operaio, a misura che si allarga e si normalizza tende a salvaguardare gl’interessi immediati come si può mediante gli accordi coi padroni, e, peggio ancora, tende a creare privilegi e quindi rivalità di categorie ed a preparare un quarto stato, una nuova classe di privilegiati che lascerebbe sotto di sè la grande massa più oppressa e più incapace di riscossa che mai.
      E gli educazionisti debbono pur vedere quanto sono impotenti i loro sforzi generosi, paralizzati dalla scarsezza dei mezzi, dalle persecuzioni, o quanto meno dall’opposizione sorda dei poteri pubblici, e sopratutto dall’influenza dell’ambiente; e debbono con gran dolore e grande disillusione osservare come l’oscurantismo, clericale e laico, tiene trionfalmente il campo contro il progredire e il propagarsi della scienza.
      Non v’è dunque, secondo noi, da illudersi, finché durano le condizioni economiche e politiche attuali, di poter elevare sensibilmente la coscienza delle masse e trasformare l’ambiente in modo da renderlo atto alla realizzazione dei nostri ideali.
      Ma il mondo non resta immobile per questo.
      Fortunatamente v’è in ogni tempo ed in ogni luogo delle minoranze che sfuggono, in un grado più o meno grande, all’influenza dell’ambiente e sono capaci di rivolta morale, che poi si trasforma in rivolta di fatto e può trionfare quando le circostanze si prestano e le minoranze sparse sappiano intendersi e concorrere all’opera comune.
      E se lo scopo fosse una semplice rivoluzione politica, un semplice cambiamento di governo, o anche un cambiamento più profondo ma fatto per opera di governo, l’insurrezione trionfante di queste minoranze basterebbe ad attuarne il programma, come è bastato nelle rivoluzioni passate e contemporanee.


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Rivoluzione e lotta quotidiana
di Errico Malatesta
pagine 338