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      A Parma, a Milano, a Torino, a Firenze, a Napoli agitazione e conflitti.
      E da tutte le parti giungono notizie, incerte, contraddittorie, ma che dimostrano tutte che il movimento è generale e che il governo non può porvi riparo.
      E dappertutto si vedono agire in bella concordia repubblicani, socialisti, sindacalisti ed anarchici.
      La monarchia è condannata. Cadrà oggi, o cadrà domani ma cadrà sicuramente e presto.
      È il momento di mettere in opera tutta la nostra energia, tutta la nostra attività.
      Qualunque debolezza, qualunque esitazione sarebbe oggi non solo vigliaccheria, ma una sciocchezza.
      All’opera tutti, con tutte le forze disponibili.
      La necessità del momento.
      Poichè lo sciopero di protesta si è sviluppato in rivoluzione bisogna provveder alle necessità della rivoluzione.
      E prima di tutto (dopo l’attacco e la difesa contro le forze governative) bisogna provvedere all’alimentazione della cittadinanza.
      Bisogna che nessuno manchi di pane che nessun bambino manchi di latte, che gli ospedali siano forniti di tutto l’occorrente.
      Perciò le Camere del lavoro, le organizzazioni operaie ed i comitati di volontari prendano le misure necessarie perchè il servizio di approvvigionamento e di distribuzione proceda regolarmente e sufficientemente.
      Noi non intendiamo, ora, abolire la proprietà individuale: ma pretendiamo che i proprietari, i negozianti, i venditori di tutte le specie non abusino della circostanza per strozzare la popolazione e pretendiamo che si provveda per conto del municipio, per conto della collettività a coloro che sono sprovveduti di ogni mezzo per comprare il necessario.


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Rivoluzione e lotta quotidiana
di Errico Malatesta
pagine 338

   





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