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      E siccome nelle condizioni attuali è impossibile che tutti diventino anarchici, è condizione previa del trionfo dell’anarchia la rivoluzione che rompe violentemente lo stato di cose attuale e rende possibile l’avvento delle masse a condizioni tali che le rendano capaci di comprendere ed attuare l’anarchia.
      Quello che si può e si deve fare per forza è l’espropriazione dei capitalisti e la messa a disposizione di tutti dei mezzi di produzione e di tutta la ricchezza sociale; e, naturalmente l’abbattimento del potere politico che sta a difesa della proprietà. Quello che potremo e dovremo difendere, anche con la forza, è il nostro diritto alla libertà completa di organizzazione autonoma ed alla esperimentazione dei metodi nostri. Il resto verrà col progressivo estendersi delle nostre idee in mezzo alle masse.
      Tutto questo non possiamo farlo da noi soli, perchè non siamo forti abbastanza – e non sarebbe nemmeno desiderabile che lo facessimo da soli, perchè allora verremmo fatalmente a trovarci nella posizione di governanti e mancheremmo ai nostri scopi specifici. Di più, siccome la vita economica non ammette interruzioni e bisogna mangiare tutti i giorni, dove e quando noi fossimo incapaci di provvedere con le forze nostre all’approvvigionamento ed agli altri più urgenti bisogni, dovremmo essere felici che altri lo facesse per noi, riserbando a noi stessi la funzione di critica, di controllo e di propulsione.
      La rivoluzione, per essere veramente emancipatrice, non deve essere l’opera particolare di una scuola o di un partito, ma deve essere opera della massa, di quanto più massa è possibile.


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Rivoluzione e lotta quotidiana
di Errico Malatesta
pagine 338