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      Dunque la rivoluzione s’impone, la rivoluzione viene.
      Ma come si deve fare, come si deve svolgere questa rivoluzione?
      Naturalmente bisogna principiare con l’atto insurrezionale che spazzi via l’ostacolo materiale, le forze armate del governo, che si oppone a qualunque trasformazione sociale.
      Per l’insurrezione è... necessario prepararvisi il meglio che si può, moralmente e materialmente; ed è necessario sopratutto di profittare di tutti i moti spontanei di popolo e cercare di generalizzarli e trasformarli in movimenti risolutivi, per evitare il pericolo che, mentre, i partiti si preparano, la forza popolare si esaurisca in fatti isolati.
      Ma dopo l’insurrezione vittoriosa, dopo che il governo è caduto, che cosa bisogna fare?
      Noi, gli anarchici, vorremmo che in ciascuna località i lavoratori, o più propriamente quella parte dei lavoratori che ha maggiore coscienza e maggiore spirito d’iniziativa, pigliasse possesso di tutti gli strumenti di lavoro, di tutta la ricchezza, terra, materie prime, case, macchine, generi alimentari, ecc., ed abbozzasse il meglio possibile la nuova forma di vita sociale. Vorremmo che i lavoratori della terra che oggi lavorano per dei padroni non riconoscessero più alcun diritto ai proprietari e continuassero ed intensificassero il lavoro per conto loro, entrando in rapporti diretti cogli operai delle industrie e dei trasporti per lo scambio dei prodotti; che gli operai delle industrie, ingegneri e tecnici compresi, pigliassero possesso delle fabbriche e continuassero ed intensificassero il lavoro per conto proprio e della collettività, trasformando subito tutte quelle fabbriche che oggi producono cose inutili o dannose in produttrici delle cose che più urgono per soddisfare i bisogni del pubblico; che i ferrovieri continuassero ad esercitare le ferrovie ma per il servizio della collettività; che comitati di volontari o di eletti dalla popolazione pigliassero possesso, sotto il controllo diretto della massa, di tutte le abitazioni disponibili per alloggiare il meglio che per il momento si potesse, tutti i più bisognosi; che altri comitati, sempre sotto il controllo diretto delle masse, provvedessero all’approvvigionamento ed alla distribuzione dei generi di consumo; che tutti gli attuali borghesi siano messi nella necessità di confondersi nella folla di coloro che furono proletari e lavorare come gli altri per godere gli stessi benefici degli altri.


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Rivoluzione e lotta quotidiana
di Errico Malatesta
pagine 338